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Aiuto, il mio bambino non si gira!

“Le motivazioni per cui questi bimbi – che il linguaggio medico-scientifico chiama podalici – scelgono di rimanere a testa in su, sono in realtà ancora per lo più sconosciute. Potremmo dire che c’è del mistero, ma questo non ci sorprende affatto. Tutta l’immensa conoscenza che un bambino in utero ci manifesta è un mistero: la sua capacità di crescere, di comunicare con la madre, di contribuire con i suoi movimenti e con messaggi e stimoli biochimici ad avviare il travaglio, di partecipare attivamente al travaglio e al parto. Nessuno glielo ha insegnato, non ha letto nessun libro ma lui sa farlo perfettamente. Questo rimane un mistero davanti a cui ci soffermiamo in ammirazione e stupore profondi. In questa prospettiva, si potrebbe anche affermare che, forse, se un bimbo decide di posizionarsi podalico ha le sue buone ragioni e che probabilmente queste ragioni sono sagge per lui e per sua madre. Il bambino sa quello che fa e ce lo dimostra, tra le altre cose, la longevità della specie umana.

È giusto però ampliare lo sguardo, non assolutizzare e non essere dogmatici. Di fatto, la capacità di osservare queste gravidanze e questi bimbi con occhio scientifico ci aiuta ad individuare alcuni fattori che possono predisporre maggiormente alla posizione podalica. Su alcuni di questi fattori possiamo provare ad agire ma non su tutti. Gli studi condotti ci dicono, ad esempio, che le donne bianche hanno maggiore possibilità di avere un bimbo podalico rispetto alle africane e che le madri al primo figlio hanno una probabilità aumentata rispetto a chi ha già avuto altre gravidanze, benché il rischio di posizione podalica aumenti maggiormente se nella precedente gravidanza c’è stato un cesareo. Pare anche che sia più frequente nei feti femmina rispetto ai maschi o se i genitori sono stati a loro volta podalici. Questi sono dati di cui possiamo semplicemente prendere atto. Su cosa allora possiamo agire? Prima di tutto dobbiamo pensare che i movimenti del bambino avvengono in uno spazio, quello uterino, che non è solo uno spazio fisico. L’utero è anche lo spazio emotivo ed esperienziale del bambino, il suo terreno ormonale. Chiederci come possiamo fare spazio ad un bambino affinché abbia la libertà di girarsi e fare la capriola a testa in giù non può essere solo una domanda che riguarda il movimento meccanico e lo spazio per girarsi all’interno della pancia. È una questione che riguarda nel complesso il benessere del bimbo e della mamma, la libertà di espressione del corpo – che si manifesta con un buon adattamento di tutte le strutture muscolari e fasciali corporee materne all’espansione della gravidanza e all’accrescimento dell’ utero – o le eventuali espressioni di tensione e chiusura – che si possono manifestare con tensioni muscolari, difficoltà di adattamento e rigidità a carico del bacino e della zona lombare. Considerare lo spazio in cui il bimbo agisce una questione non meramente meccanica è il primo passo per un approccio corretto alla fisiologia della gravidanza.”

podalico cefalico cesareo parto naturale emozioni in gravidanza

“Piccola riflessione finale se siete in gravidanza, che il vostro bambino sia cefalico o podalico non importa. Chiedetevi sempre e prima di tutto: cosa crea spazio per il mio bambino/a? Nessuno più di voi, nessuna ostetrica e nessun medico, conosce la risposta!”

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